Non riesce a trattenersi Simona Ventura che, dopo il divorzio clamoroso dalla Rai, parla per la prima volta di quanto è successo in una intervista a Vanity Fair, in edicola dal 3 agosto. Si toglie molti sassolini dalla scarpa, più pietre che sassolini, a dire la verità. Costretta a guardarsi alle spalle piuttosto che avanti, doveva difendere la gente che lavorava con lei, un periodo difficile durato due anni. L’abbandono di mamma Rai è arrivato nonostante i programmi di Simona Ventura fossero nei palinsesti autunnali, come noto, ha firmato un contratto di due anni con la rete di Rupert Murdoch.
Rai Due perde la regina, Simona Ventura dice di essere sempre stata libera, dopo dieci anni di Rai, non c’erano più i presupposti per lavorare in liberà, e prevede un futuro poche roseo della rete a rischio: “Di diventare un negozio senza clienti. Lei capisce che, se si fa festa per l’8% di share, allora siamo messi bene. E negli ultimi due anni è stata perpetrata, a danno della rete, una vergognosa desertificazione culturale. Il condizionamento politico ha molto influito sugli ascolti al ribasso di Rai Due: Un colore politico credo che in Tv lo si possa avere: ma bisogna avere anche la professionalità. Invece, piano piano, sono arrivati gli incapaci, e anche presuntuosi: servi della politica e niente più. La Rai si potrebbe fare con 9 dirigenti, invece che 54: il problema è che ci sono dirigenti capaci costretti a cercare protezioni per sopravvivere a quelli incapaci, che sono lì solo perché protetti… Non saprei dire chi è stato il migliore tra i dirigenti con cui ho condiviso questi anni. In compenso non ho dubbi sul peggiore: Massimo Liofredi”.