Roberto Baggio è il calciatore più amato, forse il più famoso al mondo e, fra tutti gli ospiti, è sicuramente quello che al Festival di Sanremo 2013 ha commosso di più. Quasi venti minuti sul palco per ripercorrere la sua vita non solo professionale. Arriva sul palco imbarazzato, e lo dice subito, non ama i riflettori e non è un grande oratore.
Della sua carriera racconta:
Direi che è andata bene. Anche se ho subito un gravissimo incidente da giovanissimo. Per tutti i professori non avrei più potuto giocare. Poi la passione e il sacrificio sono stati determinanti.
Roberto Baggio pensava che, smessa la carriera, avrebbero smesso anche di parlare di lui, al contrario, la sua popolarità è andata mano a mano crescendo. Nella seconda parte dell’intervista l’ex numero 10 della Nazionale Italiana ha detto che ‘nei giocatori di calcio deve rimanere qualcosa di infantile’. Nel 2010 riceve un importante riconoscimento, il Peace Summit Award 2010, diventa ambasciatore della Fao.
Nella vita continuerà a seguire il calcio, la passione della sua vita, ma non rinuncerà all’attività umanitaria. Poi Roberto Baggio, visibilmente emozionato, legge una lettera rivolta ai giovani che sognano il campo di calcio.
Parole bellissime che non si può fare a meno di ascoltare, per riflettere, dedicate a tutti quelli che nel calcio, ormai, vedono sono un modo veloce di fare i soldi, diventare famoso e, magari, fidanzarsi con una velina. Altro è lo spirito del calcio, quello vero, che non ha nulla a che vedere con la violenza dentro e fuori dagli stadi che, celandosi dietro una fede calcistica inesistente, creano l’occasione per fare una guerriglia che serve a placare la voglia di violenza.
Guardate il video, ne vale davvero la pena, e chissà che qualcuno non si fermi a riflettere su una frase molto importante, un ammonimento di non credere al falso successo, perchè è solo illusione: