La nostra televisione è per la maggior parte costellata di serie creato per il piccolo scherno, aprendo un linguaggio che tiene il passo con le grandi produzioni cinematografiche, prodotti originali e di qualità provenienti dall’Europa ma soprattutto dagli Stati Uniti, maestri nella produzione di questo tipo di serialità. Molte sono apprezzate altre vanno incontro a polemiche. È il caso di una produzione che nasce in Francia, Xanadu, che è stata proiettata al Telefilm Festival di Milano 2011, è la storia di una famiglia che si occupa di cinematografia pornografica.
La protagonista è una pornostar, interpretata da Gaia Bermani Amaral, nella storia è lei l’attrice di punta della casa di produzione, nonché moglie del proprietario. La morte della donna si colloca sullo sfondo di una crisi che coinvolge l’industria di famiglia, messa in serie difficoltà dall’avvento dell’hard core su Internet. Lui vivrà nel ricordo ossessivo della moglie scomparsa di cui pagheranno le conseguenze anche i figli della coppia. Chiaramente nella serie i filmati hard si sprecano, da qui le accese polemiche dalle quali Severine Bosschem, l’ideatore e sceneggiatore di Xanadu si difende.
In realtà, dice, si tratta di una storia d’amore, Xanadu non è una serie porno, ma narra le vicende di una pornostar e della relazione con un uomo che a quel mondo appartiene. Interviene anche Gaia Bermani Amaral a difendere la sua interpretazione: “E’ stata travisata la natura di Xanadu: si tratta infatti di una serie televisiva di altissima qualità, quasi cinematografica, attenta ai dettagli e alla fotografia, proprio a sottolinearne l’aspetto poetico”.
La serie ha conquistato pubblico e critica in Francia, un mix perfetto fra dramma, humor, atmosfera un po’ retrò e naturalmente una grande dose di erotismo, Xanadu, secondo i francesi è un prodotto originale e trasgressivo senza mai dimenticare l’intelligenza.