Gli ascolti di Centocinquanta, il programma di Rai Uno che avrebbe dovuto celebrare i 150 d’Unità d’Italia, è stato chiuso in anticipo, solo la prima puntata ha avuto ascolti esaltanti, poi è sceso fino ad arrivare ad un deludente share del 12%, che ne ha decretato la chiusura anticipata di due puntate. La chiusura non sembra essere stata degli migliori, diciamo col botto, ma in negativo, fra i conduttori Bruno Vespa e Pippo Baudo pare ci siano state scintille, Bruno Vespa ha lasciato in anticipo lo studio dopo aver visto sul grande schermo Michele Santoro, con il quale non ha proprio un rapporto idilliaco, quale rappresentante del giornalismo storico della Rai.
Striscia la notizia ha mandato in onda lo spezzone di Bruno Vespa furioso con gli autori di Centocinquanta, per non essere stato avvertito della carrellata storica, lui esce, momento di imbarazzo per Pippo Baudo che chiude la trasmissione da solo. Qualcuno dice che abbia fortemente discusso con Claudio Donat Cattin, storico autore di Porta a porta e Pippo Baudo. L’autore l’avrebbe accusato quest’ultimo di comportamento mafioso, la risposta è stata uno sputo che non ha colpito l’autore. Le punizioni sarebbero una lettera di richiamo per Pippo Baudo e una possibile multa e sanzione per Bruno Vespa. Ma niente di tutto questo è sicuro.
Dal canto suo Bruno Vespa smentisce di aver lasciato lo studio anzitempo, ma conferma di essersi infuriato quando ha visto che le immagini davano Michele Santoro come l’incarnazione del giornalismo italiano Rai: “Non ero stato informato dei volti storici della Rai che sarebbero stati proiettati alla fine del programma e trattandosi di casa nostra la scelta era ovviamente delicata. Quando ho visto che la storia del giornalismo Rai era incarnata dal solo Michele Santoro l’ho considerato un gravissimo errore prima che una stupida provocazione, non nei miei confronti , visto che ero in studio, quanto degli assenti e della stessa Rai. Non ho mai lesinato a Santoro complimenti professionali pur dissentendo radicalmente da tante sue scelte, ma la storia del giornalismo in Rai è fatta anche – per fare solo qualche esempio – da Sergio Zavoli, Piero Angela, Tito Stagno, Paolo Frajese”, così spiega in una nota Bruno Vespa.
E prosegue: “Se Santoro fosse stato inserito in quel gruppo, non avrei avuto nulla da obiettare. Per questo mi sono infuriato. E poiché avevamo già largamente sforato e trovavo ridicolo che dopo la conclusione prevista con la banda del Carabinieri fosse stato inserito a mia insaputa un altro pezzo dell’ottimo Edoardo Bennato, ho deciso di chiudere la trasmissione. Nessun abbandono del programma, dunque, ma solo un tardivo ritorno alle regole”.