Limbo è il tv movie diretto da Lucio Pellegrini, tratto dall’omonimo romanzo di Melania Mazzucco, che ha rappresentato l’Italia nel Concorso Internazionale del RomaFictionFest 2015.
Kasia Smutniak veste i panni del sottufficiale Manuela Piras dell’esercito in missione di pace in Afghanistan che rimane vittima con i suoi uomini di un attentato terroristico da parte di fondamentalisti islamici, che la ferisce nel corpo e nell’anima.
Queste le parole dell’attrice:
Oggi è difficile parlare di qualsiasi cosa: prevale la rabbia per quello che è successo a Parigi. Quella contro il terrorismo va considerata una guerra, anche se è impari, perché ci si trova a combattere contro un fantasma.
Prodotto da Fandango per Rai Fiction, in onda su RaiUno il 2 dicembre, Limbo come dal titolo racconta in un gioco di continui flashback con il tempo passato in Afghanistan, il rientro in famiglia e il disturbo post-traumatico da stress in seguito all’attentato subito.
Questa la trama:
La vigilia di Natale, Manuela Paris torna a casa, in una cittadina sul mare vicino Roma, da cui era andata via molto tempo prima per fare il militare. Nell’esercito aveva trovato la propria ragion d’essere, fino a diventare sottufficiale e comandante di un plotone di trenta uomini (fra cui l’attore Filippo Nigro) in una base avanzata del deserto afgano. Ma il sanguinoso attentato terroristico da parte di fondamentalisti islamici in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a combattere, in un gioco di continui flashback, con i fantasmi dei ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. Fortunatamente, l’incontro con il misterioso ospite dell’Hotel Bellavista, Mattia Rubini (interpretato da Adriano Giannini), un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l’occasione per fare i conti con la propria storia. Tra i due scoccherà una scintilla irrefrenabile che li aiuterà a fare i conti con un nuovo presente, per scoprire infine che vale sempre la pena vivere.