Dopo gli esaltanti ascolti di Maria De Filippi, che ha vivacizzato la prima serata del sabato di Canale 5, a spese di Antonella Clerici e dei suoi piccoli talenti, toccherà a Gerry Scotti tenere alta la bandiera dell’ammiraglia Mediaset con il suo talent show The winner is, in partenza da sabato 17 novembre, immancabile Rudy Zerbi, che sarà presidente di giuria.
Gerry Scotti conosce bene l’arte di stare nel piccolo schermo, sa bene riciclarsi, eccolo quindi a volte alle prese con i quiz, altre con le fiction, ed altre ancora nei talent show. Accantonato per il momento quello di piccoli talenti di Io canto, che quest’anno ha saltato il turno, condurrà la prima edizione del nuovo talent The winner is. Il format originale ha avuto molto successo in molti paesi in cui è stato presentato, dagli Stati Unici alla Germania, passando per l’Olanda.
Intervistato dal settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, Gerry Scotti racconta di aver accolto con molto entusiasmo la proposta Mediaset e spiega come andranno le cose. I concorrenti saranno otto per ogni puntata, si sfideranno fra loro a suon di prove canore.
Al momento del verdetto, però, il concorrente potrà scegliere fra due opportunità, accettare una somma di denaro che gli viene offerta, oppure ascoltare il verdetto e proseguire il cammino verso un probabile successo:
Metteremo gli aspiranti cantanti di fronte alla scelta tra ritirarsi e accettare i soldi e credere nel proprio talento. Ma la forza dei sogni, quando sono veri, è sempre più grande dei bisogni.
Il talentuoso di turno dovrà avere una forte autostima per continuare a The winner is, con qualche dubbio, potrebbe decidere di abbandonare tutto ed accettare i soldi. Ogni puntata avrà un vincitore che si guadagnerà la possibilità di incidere un singolo su etichetta Universal Music. La giuria è composta da 100 elementi capeggiati da Rudy Zerbi.
Proprio Rudi Zerbi aggiunge ulteriori particolari su The winner is:
La diversità di questo talent è che è il primo a metterti a confronto con te stesso e a sfidarti nel giudicare la tua prova e quella del tuo concorrente. Insomma, un inno all’autocritica. Quanto a me, sono abituato a dire di no.