Tutto ha un inizio, ma tutto ha anche una fine, ed è così che anche lo storico Bagaglino ha avuto la sua fine, ci sono voluti 46 anni durante i quali protagonista assoluta è stata la satira. I fondatori ufficiali sono stati Pier Francesco Pingitore e Mario Castellacci, a cui si sono aggiunti giornalisti della stampa che conta degli anni 60, Luciano Cirri, Piero Palumbo, Gianfranco Finali e Raffaello Della Bonna, prestati dalle testate “Il borghese”, “Secolo d’Italia” e “Lo Specchio”, professionisti italiani che avevano deciso di raccontare l’Italia di quei tempi, vizi e virtù del popolo italico, la cronaca, il pettegolezzo, tutto riveduto e corretto sotto forma di satira, scritto da chi lo faceva di mestiere e sotto l’esperta regia di Pier Francesco Pingitore.
Il volto storico del Bagaglio era Oreste Lionello, venuto a mancare qualche anno fa, nel 2009, la compagnia nasce nel 1965, fra i tanti personaggi da lui interpretati, un indimenticabile Giulio Andreotti, ed ancora Leo Gullotta, con i travestimenti, con tanto di parrucca bionda, di Maria De Filippi e Raffaella Carra. Il Bagaglino inizia in uno scantinato, per poi trasferirsi al Salone Margherita, nel 1972, dove c’era la folla di pubblico che accorreva ad assistere agli spettacoli come “Dove sta Zazà”, fino ai recenti “Marameo” e “Gabbia di Matti”. Attira l’attenzione dei media, nel frattempo l’Italia cambia, e il Bagaglino appare essere sempre di più una finestra sulle magagne dei potenti, gli scandali del paese, dei personaggi televisivi, tutti rivisitati in chiave caricaturale.
Fra le prime donne del Bagaglino, Gabriella Ferri, Pamela Prati, capo comico Pippo Franco, i comici Maurizio Mattioli, Martufello, Gianfranco D’Angelo, in televisione è passato dalla televisione di Stato a Canale 5, a modo suo ha raccontato lo scandalo Tangentopoli, l’entrata in politica di Silvio Berlusconi, la caduta del governo Prodi, l’onorevole Mastella, non ha dimenticato gli avvicendamenti internazionali, da Clinton a Saddam Hussein. C’era tutto al Bagaglino, c’erano 46 anni di storia d’Italia, ci ha raccontato quel che accadeva nel mondo, nel modo in cui sapere anorevolmente fare, strappandoci una sana risata su quelle che, in realtà, ci faceva disperare.