Ad aprire la prima serata del Festival di Sanremo 2010 è stato Paolo Bonolis con il fido Luca Laurenti, per un attimo si è creduto di tornare indietro con il tempo, poi è arrivata Antonella Clerici, vestita di rosso, intimidita forse dall’ importanza dell’ evento, a tratti imbarazzata, dimagrita ma sempre con quella sua aria semplice e briosa. Non è arrivata alla taglia 42, ma viva la 48 se si può essere come lei.
C’ è stato il tempo per Antonella Clerici di portare virtualmente Morgan sul palco dell’ Ariston, leggendo un verso ndel brano che il cantante escluso avrebbe dovuto presentare al Festival di Sanremo, ha preso le distanze dal mondo della droga e gli ha augurato di ritrovarsi. Non ha fatto grandi cose Antonella Clerici, ha essenzialmente presentato le canzoni di vip in gara affiancata da Antonio Cassano, la sua conduzione raffrontata a quella di Paolo Bonolis è un po’ spenta.
Antonio Cassano ha fatto da spalla, ciarliero, un tantino esibizionista, ha ammesso tante sue colpe nella lunga intervista fatta da Antonella Clerici divisa in varie parti, un aiuto per la conduttrice che in alcuni momenti ha ampiamente dimostrato il peso di affrontare da sola il peso di un evento così importante.
Il brivido di sensualità al Festival di Sanremo 2010 lo ha portato Dita Von Teese, la regina del burlesque, sexy, ha dimostrato tutta la sua bellezza e le sue arti conquistatorie in uno spogliarello che la lascia seminuda, agghindata solo di un micro slip, seno scoperto, si è immersa in una gigantesca coppa di champagne, il suo numero più celebre, ma c’ era una nota stonata, era come se fosse fuori luogo. Un bello spettacolo di sicuro, una conturbante fisicità, ma forse non era il contesto giusto.
Per la musica internazionale ha fatto il suo debutto in Italia Susan Boyle, il brutto anattrocolo con la voce d’ angelo, che ha sconvolto il talent show in cui si era presentata accolta da grandi risate e con un’ aria da compatimento. Hanno dovuto immediatamente ricredersi, giudici e pubblico, una vita di solitudine ed in pochi mesi ha venduta otto milioni del suo “I Dreamed a Dream”, la canzone che ha presentato ieri sera.
In fase finale Antonella Clerici ha voluto in qualche modo esibirsi in una scena comica, fingendo di dirigere l’ orchestra ma, a dire il vero, non ci ha fatti neanche sorridere. Ad abbandonare subito il Festival di Sanremo Toto Cutugno, Nino D’ Angelo ed il trio Pupo, Emanuele Filiberto, Luca Canonici (fischiati, questi ultimi, dalla platea), si dovrà aspettare giovedì per vedere i due che saranno ripescati.
Veniamo alla gara: Irene Grandi con “La cometa di Halley” era forse un po’ sottotono ma decisamente un bel brano, uno dei migliori del Festival di Sanremo. L’ altra grande sorpresa è Malika Ayane con “Ricomincio da qui”, ha ancora una volta dimostrato di essere un’ interprete fuori dal comune, parole mai banali, classe ed originalità il suo punto di forza.
Un vero peccato per Valerio Scanu, con “Per tutte le volte che”, non ha espresso tutte le sue qualità artistiche, forse l’ emozione gli ha giocato un brutto tiro, non ha stonato ma non ha trasmesso alcun brivido. L’ altro talento televisivo è Marco Mengoni con “Credimi ancora” ha invece dimostrato tutto il talento che gli ha fatto vincere X Factor 3, un brano originale che non si corre il rischio di aver già sentito.
Altrettanto brava Arisa, look completamente nuovo, capelli rossi, ancora occhialoni, un motivetto che facilmente canticchieremo, sul palco dell’ Ariston era accompagnata dalle sorelle Marinetti, travestiti impagabili. La canzone dialettale di Nino D’ Angelo accompagnato da Maria Nazionale “Jammo jà”, per chi ama questo genere è sicuramente impeccabile, a parer nostro una delle migliori esibizioni che evidentemente non ha convinto troppo la giuria.
Toto Cutugno con “Aeroplani”, una piccola stonatura, un brano che sembra di aver già sentito, niente di eccezionale, riporta alla memoria l’ eleganza di un tempo. Simone Cristicchi con il brano che ha coinvolto parecchio Sarkosi e signora, “Meno Male”, simpatico ritratto umoristico dell’ Italia. E finalmente, dopo tante polemiche, abbiamo sentito il brano “La verità”, orfano del nome Eluana, non ha certo entusiasmato, tanto rumore per niente, una canzone non certo memorabile. Enrico Ruggieri, professionale come sempre, un po’ al di sopra delle parti, è stato diretto da sua moglie in” La notte delle fate”.
Irene Fornaciari mal supportata dai Nomadi che forse avrebbero dovuto aiutarla un po’ di più, ma Sanremo non è certo il loro habitat naturale, “Il mondo piange”, era il brano interpretato. Infine i Sonohra con il brano “Baby” non è certo un capolavoro ma, tutto sommato, orecchiabile e sarà sicuramente amato dai teen ager.